Ben ritrovati cari lettori!
E anche il tormentone della Pasqua ce lo siamo tolto, la stagione delle grigliate e dei pranzi in giardino è ufficialmente iniziata, e quindi dobbiamo (continuare a) festeggiare!
Per quanto mi riguarda, qualche giorno fa curiosavo tra i vari menu pasquali che circolavano nel web. E data la mia naturale propensione per i carboidrati, a cui non riesco mai a rinunciare, ho colto l'ispirazione per sperimentare il piatto di cui vado subito a parlarvi.
Beh, le feste sono finite, ma la voglia di mangiare bene non deve mai finire, sia chiaro.
Sotto coi fornelli, andiamo!
RISOTTO CON CARCIOFI E SALMONE AFFUMICATO PROFUMATO ALL'ARANCIA
Ingredienti per 2 persone:
160 g. di riso carnaroli
2 carciofi morelli
1 limone
50 g, di salmone affumicato norvegese
La scorza di un'arancia
1 scalogno
Mezzo cucchiaino di semi di nigella
Mezzo cucchiaino di aneto
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
Brodo vegetale q.b.
Sale q.b.
Olio evo
Preparazione:
Mondate i carciofi e tagliateli a fettine sottili, quindi immergeteli in una ciotola con acqua acidulata per evitare che anneriscano.
In una casseruola dai bordi alti fate soffriggere lo scalogno con poco olio a fuoco dolce, quindi unitevi i carciofi e fate rosolare per qualche minuto, quindi aggiustate di sale ed eventualmente aggiungete qualche goccia d'acqua. Dopo una decina di minuti versate il riso, fatelo tostare e sfumate con il vino bianco. Quando l'alcol sarà evaporato, continuate la normale cottura aggiungendo poco per volta il brodo ben caldo. A fine cottura, dopo circa un quarto d'ora, mantecate con il salmone affumicato tagliato a dadini, l'aneto e grattugiate la scorza d'arancia. Dopo un paio di minuti, facendo attenzione che il risotto non risulti troppo asciutto, impiattate aggiungendo una fetta d'arancia pelata al vivo e cospargendo di semi di nigella.
La semplicità di questo piatto è direttamente proporzionale alla sua bontà! Davvero strepitoso!
Bon appétit!!!
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene." (B. Yoshimoto, "Kitchen", Feltrinelli, 1993)
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mercoledì 8 aprile 2015
venerdì 3 aprile 2015
Vellutata di zucca per salutare l'inverno
Ben ritrovati a voi!
Ma soprattutto ben ritrovata a me, che ho passato questo ultimo mese in una sorta di delirio lavorativo, tanto che non mi sono proprio accorta di non aver scritto nemmeno una ricetta una.
Beh, nel frattempo è arrivata la primavera, l'ora legale, le belle giornate lunghe, e ora arriva anche la Pasqua con tutti quei bei pranzi en plein air e quelle meravigliose ricette ricche di uova e cioccolata...
Andando come sempre controcorrente, oggi vi propongo una ricetta sulla scia dell'ultima propaggine invernale che ancora ci accompagna sulla tavola. E d'ora in poi avanti con la primavera!
VELLUTATA DI ZUCCA, PORRI E SPECK
Ingredienti per 2 persone:
500 g. di zucca gialla
1 porro
1 patata media
brodo vegetale (preparato con 1l. di acqua, 1 carota, 1 costa di sedano e una cipolla)
un rametto di mirto fresco
1 cucchiaino di curcuma
sale e pepe nero q.b.
olio evo
80 g. di speck tagliato a dadini
yogurt greco
Procedimento:
Mondate la zucca e la patata e tagliatele a dadini. Togliete la parte esterna più spessa del porro e tagliatelo a rondelle, dopodiché fatelo rosolare in un casseruola con un giro d'olio e il rametto di mirto. Aggiungete quindi la patata e la zucca. Fate cuocere e insaporire per qualche minuto, quindi irrorate con il brodo caldo, aggiungete il cucchiaino di curcuma, aggiustate di sale e fate cuocere per una ventina di minuti girando ogni tanto.
Ne frattempo soffriggete in una piccola padella antiaderente i dadini di speck, fino a farli diventare croccanti ma non secchi.
Togliete il rametto di mirto e frullate le verdure con un mixer a immersione, finché non avrete ottenuto un composto liscio e denso. Fate di nuovo bollire per qualche minuto, quindi procedete a impiattare, versando la vellutata in una bella scodella. Aggiungete quindi un cucchiaio di yogurt greco, una generosa manciata di dadini di speck e macinate del pepe fresco, a piacere
I colori sono primaverili, tutto sommato, ma il gusto... ah, quello è decisamente evergreen!
Bon appétit!!!
Ma soprattutto ben ritrovata a me, che ho passato questo ultimo mese in una sorta di delirio lavorativo, tanto che non mi sono proprio accorta di non aver scritto nemmeno una ricetta una.
Beh, nel frattempo è arrivata la primavera, l'ora legale, le belle giornate lunghe, e ora arriva anche la Pasqua con tutti quei bei pranzi en plein air e quelle meravigliose ricette ricche di uova e cioccolata...
Andando come sempre controcorrente, oggi vi propongo una ricetta sulla scia dell'ultima propaggine invernale che ancora ci accompagna sulla tavola. E d'ora in poi avanti con la primavera!
VELLUTATA DI ZUCCA, PORRI E SPECK
Ingredienti per 2 persone:
500 g. di zucca gialla
1 porro
1 patata media
brodo vegetale (preparato con 1l. di acqua, 1 carota, 1 costa di sedano e una cipolla)
un rametto di mirto fresco
1 cucchiaino di curcuma
sale e pepe nero q.b.
olio evo
80 g. di speck tagliato a dadini
yogurt greco
Procedimento:
Mondate la zucca e la patata e tagliatele a dadini. Togliete la parte esterna più spessa del porro e tagliatelo a rondelle, dopodiché fatelo rosolare in un casseruola con un giro d'olio e il rametto di mirto. Aggiungete quindi la patata e la zucca. Fate cuocere e insaporire per qualche minuto, quindi irrorate con il brodo caldo, aggiungete il cucchiaino di curcuma, aggiustate di sale e fate cuocere per una ventina di minuti girando ogni tanto.
Ne frattempo soffriggete in una piccola padella antiaderente i dadini di speck, fino a farli diventare croccanti ma non secchi.
Togliete il rametto di mirto e frullate le verdure con un mixer a immersione, finché non avrete ottenuto un composto liscio e denso. Fate di nuovo bollire per qualche minuto, quindi procedete a impiattare, versando la vellutata in una bella scodella. Aggiungete quindi un cucchiaio di yogurt greco, una generosa manciata di dadini di speck e macinate del pepe fresco, a piacere
I colori sono primaverili, tutto sommato, ma il gusto... ah, quello è decisamente evergreen!
Bon appétit!!!
venerdì 30 gennaio 2015
Cappellacci contro i momentacci
Ben ritrovati a voi tutti!
Avete presente quelle giornate in cui è tutto nero, non vedete la luce in fondo al tunnel (e se sì, pensate siano solo i fari di un treno), e vi sembra di non infilarne una per il verso giusto?
Ecco, a me è capitato qualche giorno fa. Niente di grave, per carità, normale amministrazione.
L'importante è mettersi l'animo in pace e aspettare che la bufera passi, perché prima o poi passa - più prima che poi, auspicabilmente.
Nel frattempo che si fa? Per esorcizzare il malumore e il pessimismo cosmico, vi consiglio di rifugiarvi tra le pagine di un buon libro - anche un libro di ricette - e vedrete che arriverà irrefrenabile la voglia di cucinare qualcosa. E quel qualcosa potrebbe persino rivelarsi inaspettatamente squisito, bello e confortante, per il palato e per l'umore.
A me è andata esattamente così, la kitchen-therapy ancora una volta si è confermata il rimedio migliore per una giornata nera nerissima.
Ecco qui il risultato.
CAPPELLACCI RIPIENI DI PORCINI E ASIAGO
Ingredienti per 2 persone:
Per la pasta fresca:
200 g. di farina 00
2 uova freschissime
1 pizzico di sale
Per il ripeno:
20 g. di porcini essiccati
50 g. di asiago
olio evo
erba cipollina
olio evo
sale e pepe nero q.b.
burro chiarificato fuso per condire
Procedimento:
Su una spianatoia versate la farina a fontana e rompetevi in mezzo le uova che sbatterete delicatamente con una forchetta. Aggiungete un pizzico di sale e iniziate ad amalgamare l'impasto sempre aiutandovi con la forchetta. Quando inizia a farsi più denso continuate a impastare con le mani per almeno 5 minuti - ci vuole energia e pazienza - finché l'impasto non diventerà omogeneo e più morbido. Formate una palla e avvolgetela in un canovaccio. Fate riposare almeno una mezz'oretta.
Nel frattempo preparate il ripieno. Ammollate i porcini in acqua tiepida per 10 minuti e tagliate l'asiago a dadini piccolissimi.
In una padella fate scaldare un filo d'olio, unitevi quindi i porcini strizzati e fate saltare per qualche minuto. Aggiustate di sale (mettetene poco, ché l'asiago è saporito) e pepe, quindi togliete dal fuoco e fate raffreddare, scolando l'eventuale liquido in eccesso. Un volta freddi, tagliateli finemente al coltello e unite l'erba cipollina e i dadini di asiago.
Stendete la pasta sottilmente, poi tagliatela in quadrati di circa 5 cm di lato. Disponetevi un cucchiaino di ripieno, quindi chiudete a triangolo e sigillate bene i bordi facendo pressione opportuna (potete aiutarvi anche con un rosso d'uovo, ma io ho evitato), e stando attenti a eliminare l'aria all'interno, quindi chiudete il triangolo a formare i cappellacci.
Cuoceteli in acqua bollente e salata per circa 5-7 minuti e scolateli in una padella dove avrete sciolto il burro. Fate insaporire per un paio di minuti, rifinite a piacere con erba cipollina sminuzzata e servite.
La giornata ha svoltato, inutile dirlo. Questi cappellacci sono facili e veloci da realizzare, e si possono farcire davvero a piacimento. Viva la pasta fresca e, perché no, le giornate nere!
Bon appétit!!!
Avete presente quelle giornate in cui è tutto nero, non vedete la luce in fondo al tunnel (e se sì, pensate siano solo i fari di un treno), e vi sembra di non infilarne una per il verso giusto?
Ecco, a me è capitato qualche giorno fa. Niente di grave, per carità, normale amministrazione.
L'importante è mettersi l'animo in pace e aspettare che la bufera passi, perché prima o poi passa - più prima che poi, auspicabilmente.
Nel frattempo che si fa? Per esorcizzare il malumore e il pessimismo cosmico, vi consiglio di rifugiarvi tra le pagine di un buon libro - anche un libro di ricette - e vedrete che arriverà irrefrenabile la voglia di cucinare qualcosa. E quel qualcosa potrebbe persino rivelarsi inaspettatamente squisito, bello e confortante, per il palato e per l'umore.
A me è andata esattamente così, la kitchen-therapy ancora una volta si è confermata il rimedio migliore per una giornata nera nerissima.
Ecco qui il risultato.
CAPPELLACCI RIPIENI DI PORCINI E ASIAGO
Ingredienti per 2 persone:
Per la pasta fresca:
200 g. di farina 00
2 uova freschissime
1 pizzico di sale
Per il ripeno:
20 g. di porcini essiccati
50 g. di asiago
olio evo
erba cipollina
olio evo
sale e pepe nero q.b.
burro chiarificato fuso per condire
Procedimento:
Su una spianatoia versate la farina a fontana e rompetevi in mezzo le uova che sbatterete delicatamente con una forchetta. Aggiungete un pizzico di sale e iniziate ad amalgamare l'impasto sempre aiutandovi con la forchetta. Quando inizia a farsi più denso continuate a impastare con le mani per almeno 5 minuti - ci vuole energia e pazienza - finché l'impasto non diventerà omogeneo e più morbido. Formate una palla e avvolgetela in un canovaccio. Fate riposare almeno una mezz'oretta.
Nel frattempo preparate il ripieno. Ammollate i porcini in acqua tiepida per 10 minuti e tagliate l'asiago a dadini piccolissimi.
In una padella fate scaldare un filo d'olio, unitevi quindi i porcini strizzati e fate saltare per qualche minuto. Aggiustate di sale (mettetene poco, ché l'asiago è saporito) e pepe, quindi togliete dal fuoco e fate raffreddare, scolando l'eventuale liquido in eccesso. Un volta freddi, tagliateli finemente al coltello e unite l'erba cipollina e i dadini di asiago.
Stendete la pasta sottilmente, poi tagliatela in quadrati di circa 5 cm di lato. Disponetevi un cucchiaino di ripieno, quindi chiudete a triangolo e sigillate bene i bordi facendo pressione opportuna (potete aiutarvi anche con un rosso d'uovo, ma io ho evitato), e stando attenti a eliminare l'aria all'interno, quindi chiudete il triangolo a formare i cappellacci.
Cuoceteli in acqua bollente e salata per circa 5-7 minuti e scolateli in una padella dove avrete sciolto il burro. Fate insaporire per un paio di minuti, rifinite a piacere con erba cipollina sminuzzata e servite.
La giornata ha svoltato, inutile dirlo. Questi cappellacci sono facili e veloci da realizzare, e si possono farcire davvero a piacimento. Viva la pasta fresca e, perché no, le giornate nere!
Bon appétit!!!
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lunedì 16 dicembre 2013
Quando fare cavolate è salutare
Ben ritrovati lettori affamati!
Dicembre sta volando, e il Natale incombe sulle nostre teste e sulle nostre pance.
Il mio disamore per questa festività è notorio, ormai, per cui non mi dilungherò né proporrò ricette particolarmente natalizie, tanto il web pullula sufficientemente di ricette ipercaloriche e ipercoreografiche.
Mi piace però assaporare la stagione invernale, col suo freddo pungente che buca le guance nelle mattinate nebbiose e nei lunghi crepuscoli che rendono le giornate più brevi, e invitano a rifugiarsi al più presto in casa al calduccio - davanti a un bel caminetto acceso, possibilmente.
Per chi come me non fosse munito di caminetto, c'è l'escamotage dei fornelli, magari con una bella ricettina da cucinarsi. Funziona.
Qualche sera fa la mia mamma mi ha regalato un mazzetto di cavolo nero, suggerendomi un'antica ricetta toscana dal nome significativo. Potevo non farla mia?
CAVOLATA
Ingredienti per 2 persone:
1 mazzetto di cavolo nero
2 patate a pasta gialla (preferibilmente di Bolgheri)
1 porro
1 l. di brodo vegetale (fatto in casa con carota, sedano e cipolla)
qualche foglia di salvia fresca
olio evo
sale e pepe nero qb
Procedimento:
Per prima cosa mondate il cavolo nero, eliminate i gambi più duri e sfilate con il coltello la parte terminale delle foglie, poi tagliatelo sottilmente. Mondate la patata e tagliatela a tocchetti, il porro a rondelle.
Fate rosolare il porro in una pentola con un filod'olio, poi aggiungete patate e cavolo, fate cuocere qualche minuto girando spesso, salate e aggiungete quindi il brodo caldo e la salvia.
Coprite la pentola con il coperchio, fate cuocere per una mezz'oretta a fuoco medio-basso, girando ogni tanto.
A cottura ultimata con il mixer a immersione potete ridurre la minestra in crema, io preferito lasciare le verdure intere.
Spolverate generosamente con il pepe nero fresco e impiattate fumante.
Cavolata di nome e di fatto, ma di assoluto conforto per lo spirito e la pancia.
Cucinatela con amore. Vi suggerisco l'ascolto del disco Mercury Falling (uno dei miei album preferiti in inverno) in particolare di questo pezzo. Fatemi sapere.
Bon appétit!!!
Dicembre sta volando, e il Natale incombe sulle nostre teste e sulle nostre pance.
Il mio disamore per questa festività è notorio, ormai, per cui non mi dilungherò né proporrò ricette particolarmente natalizie, tanto il web pullula sufficientemente di ricette ipercaloriche e ipercoreografiche.
Mi piace però assaporare la stagione invernale, col suo freddo pungente che buca le guance nelle mattinate nebbiose e nei lunghi crepuscoli che rendono le giornate più brevi, e invitano a rifugiarsi al più presto in casa al calduccio - davanti a un bel caminetto acceso, possibilmente.
Per chi come me non fosse munito di caminetto, c'è l'escamotage dei fornelli, magari con una bella ricettina da cucinarsi. Funziona.
Qualche sera fa la mia mamma mi ha regalato un mazzetto di cavolo nero, suggerendomi un'antica ricetta toscana dal nome significativo. Potevo non farla mia?
CAVOLATA
Ingredienti per 2 persone:
1 mazzetto di cavolo nero
2 patate a pasta gialla (preferibilmente di Bolgheri)
1 porro
1 l. di brodo vegetale (fatto in casa con carota, sedano e cipolla)
qualche foglia di salvia fresca
olio evo
sale e pepe nero qb
Procedimento:
Per prima cosa mondate il cavolo nero, eliminate i gambi più duri e sfilate con il coltello la parte terminale delle foglie, poi tagliatelo sottilmente. Mondate la patata e tagliatela a tocchetti, il porro a rondelle.
Fate rosolare il porro in una pentola con un filod'olio, poi aggiungete patate e cavolo, fate cuocere qualche minuto girando spesso, salate e aggiungete quindi il brodo caldo e la salvia.
Coprite la pentola con il coperchio, fate cuocere per una mezz'oretta a fuoco medio-basso, girando ogni tanto.
A cottura ultimata con il mixer a immersione potete ridurre la minestra in crema, io preferito lasciare le verdure intere.
Spolverate generosamente con il pepe nero fresco e impiattate fumante.
Cavolata di nome e di fatto, ma di assoluto conforto per lo spirito e la pancia.
Cucinatela con amore. Vi suggerisco l'ascolto del disco Mercury Falling (uno dei miei album preferiti in inverno) in particolare di questo pezzo. Fatemi sapere.
Bon appétit!!!
martedì 29 ottobre 2013
La latitanza e la vellutata di zucca alla curcuma
Ben ritrovati a voi tutti!
Brutta bestia la latitanza, lo so, solo adesso realizzo che non pubblico una ricetta da un mese, ma tra corsi di cucina, corsi di fotografia e poche ore di sonno, il tempo è sfuggito al mio controllo.
Ma oggi sono di nuovo qui, con un piatto dai sapori e colori autunnali.
Andiamo subito in cucina, così ve lo mostro!
VELLUTATA DI ZUCCA CON CURCUMA E PISELLI
Ingredienti per 2 persone:
500 g. di zucca gialla
1 porro
1 patata a pasta gialla
100 g. di piselli (anche surgelati va bene, duole dirlo, non sono di stagione)
1 cucchiaio di curcuma
1 pizzico di noce moscata
1 rametto di mirto
olio evo
brodo vegetale
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Mondate la zucca e la patata, quindi tagliatele a dadini. Fate soffriggere il porro tagliato a rondelle in poco olio, quindi unite il mirto e la dadolata. Fate insaporire qualche minuto, unite la curcuma e una spolverata di pepe nero e di noce moscata quindi versate il brodo. Abbassate la fiamma e fate cuocere per un quarto d'ora circa. Nel frattempo fate bollire i pisellini in un pentolino, per circa 10 minuti.
Togliete il rametto di mirto, frullate la zucca con il mixer a immersione, rimettete sul fuoco (aggiungete brodo se fosse troppo densa), fate amalgamare per qualche minuto, aggiungete altro pepe, aggiustate di sale e impiattate, rifinendo con i pisellini.
Semplice e molto gustosa, in più la curcuma la rende anche molto salutare. Da preparare anche per ospiti improvvisati!
Bon appétit!!!
Brutta bestia la latitanza, lo so, solo adesso realizzo che non pubblico una ricetta da un mese, ma tra corsi di cucina, corsi di fotografia e poche ore di sonno, il tempo è sfuggito al mio controllo.
Ma oggi sono di nuovo qui, con un piatto dai sapori e colori autunnali.
Andiamo subito in cucina, così ve lo mostro!
VELLUTATA DI ZUCCA CON CURCUMA E PISELLI
Ingredienti per 2 persone:
500 g. di zucca gialla
1 porro
1 patata a pasta gialla
100 g. di piselli (anche surgelati va bene, duole dirlo, non sono di stagione)
1 cucchiaio di curcuma
1 pizzico di noce moscata
1 rametto di mirto
olio evo
brodo vegetale
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Mondate la zucca e la patata, quindi tagliatele a dadini. Fate soffriggere il porro tagliato a rondelle in poco olio, quindi unite il mirto e la dadolata. Fate insaporire qualche minuto, unite la curcuma e una spolverata di pepe nero e di noce moscata quindi versate il brodo. Abbassate la fiamma e fate cuocere per un quarto d'ora circa. Nel frattempo fate bollire i pisellini in un pentolino, per circa 10 minuti.
Togliete il rametto di mirto, frullate la zucca con il mixer a immersione, rimettete sul fuoco (aggiungete brodo se fosse troppo densa), fate amalgamare per qualche minuto, aggiungete altro pepe, aggiustate di sale e impiattate, rifinendo con i pisellini.
Semplice e molto gustosa, in più la curcuma la rende anche molto salutare. Da preparare anche per ospiti improvvisati!
Bon appétit!!!
giovedì 13 giugno 2013
Libere interpretazioni. Spaghetti integrali con pesto di peperoni
Ciao a tutti!
La ricetta di oggi trae ispirazione da un libro di Filippo La Mantia che ho regalato tempo fa al mio papà e che in casa dei miei sta letteralmente spopolando (vi dico solo che il mio papà-cuoco si sta specializzando in cucina siculo-fusion e che i suoi piatti sono una profusione di uvetta, pinoli, pistacchi, finocchietto selvatico, agrumi... lo adoro!!!).
E io, da brava figliol prodiga (più che altro per non restare indietro) ho cercato di seguire le sue tracce rielaborando una delle ricette di La Mantia, proponendovi questo pesto ricco.
SPAGHETTI INTEGRALI CON PESTO DI PEPERONI
Ingredienti per 4 persone:
1 peperone rosso
50 g. di pistacchi di Bronte
50 g. di pinoli
100 g. di ricotta vaccina freschissima
2 acciughe sott'olio
1 cucchiaio di capperi sotto sale
qualche foglia di basilico
olio evo
un pizzico di pepe nero
400 g. di spaghetti integrali
Procedimento:
Accendete il forno a 180° e fatevi cuocere il peperone intero (precedentemente lavato) per circa mezz'ora. Una volta cotto mettetelo in un sacchetto di carta (benissimo quello del pane) in modo da spellarlo più agevolmente, quindi eliminate il picciolo e i semi interni.
Tritate nel mixer i pistacchi e i pinoli, quindi aggiungete, i capperi accuratamente dissalati, le foglie di basilico infine i filetti di peperone. Unite la ricotta (non importa setacciarla) e un filo d'olio, mescolando bene finchè non avrete ottenuto una crema densa.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata (tenetene da parte una tazza), quindi conditela con il pesto e qualche mestolo d'acqua di cottura.
Questo pesto si conserva in frigo fino a un massimo di tre giorni.
La scelta della pasta integrale non è ovviamente l'unica soluzione possibile (anche se salutare), data la stagione si può tranquillamente abbinare a un cous cous (come in realtà prevede la ricetta originale), a una pasta corta o, perchè no, anche a un riso basmati da consumare freddo.
Bon appétit!!!
La ricetta di oggi trae ispirazione da un libro di Filippo La Mantia che ho regalato tempo fa al mio papà e che in casa dei miei sta letteralmente spopolando (vi dico solo che il mio papà-cuoco si sta specializzando in cucina siculo-fusion e che i suoi piatti sono una profusione di uvetta, pinoli, pistacchi, finocchietto selvatico, agrumi... lo adoro!!!).
E io, da brava figliol prodiga (più che altro per non restare indietro) ho cercato di seguire le sue tracce rielaborando una delle ricette di La Mantia, proponendovi questo pesto ricco.
SPAGHETTI INTEGRALI CON PESTO DI PEPERONI
Ingredienti per 4 persone:
1 peperone rosso
50 g. di pistacchi di Bronte
50 g. di pinoli
100 g. di ricotta vaccina freschissima
2 acciughe sott'olio
1 cucchiaio di capperi sotto sale
qualche foglia di basilico
olio evo
un pizzico di pepe nero
400 g. di spaghetti integrali
Procedimento:
Accendete il forno a 180° e fatevi cuocere il peperone intero (precedentemente lavato) per circa mezz'ora. Una volta cotto mettetelo in un sacchetto di carta (benissimo quello del pane) in modo da spellarlo più agevolmente, quindi eliminate il picciolo e i semi interni.
Tritate nel mixer i pistacchi e i pinoli, quindi aggiungete, i capperi accuratamente dissalati, le foglie di basilico infine i filetti di peperone. Unite la ricotta (non importa setacciarla) e un filo d'olio, mescolando bene finchè non avrete ottenuto una crema densa.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata (tenetene da parte una tazza), quindi conditela con il pesto e qualche mestolo d'acqua di cottura.
Questo pesto si conserva in frigo fino a un massimo di tre giorni.
La scelta della pasta integrale non è ovviamente l'unica soluzione possibile (anche se salutare), data la stagione si può tranquillamente abbinare a un cous cous (come in realtà prevede la ricetta originale), a una pasta corta o, perchè no, anche a un riso basmati da consumare freddo.
Bon appétit!!!
martedì 11 giugno 2013
Estate sì, estate no. Conchiglie mediterranee con melanzane e podolico ragusano
Ciao a tutti!
Carta da Musica si sta sempre più trasformando in un blog per carboidrati addicted. E per giunta meteoropatico, visti gli sbalzi delle temperature che non sembrano affatto preannunciare l'estate. Tuttavia io son fiduciosa, l'estate paziente arriverà lo stesso. Lo dice anche la Bandabardò!
Ed eccoci alla ricetta di oggi, un primo, of course, che strizza l'occhio al sud, con i suoi meravigliosi prodotti e i sapori intensi intrsi del sole e del mare. Il mio papà mi ha regalato un meraviglioso pezzo di caciocavallo podolico ragusano, una preziosa perla sicula che ho deciso di abbinare alla pasta e alle melanzane.
CONCHIGLIE CON MELANZANE E PODOLICO RAGUSANO
Ingredienti per 2 persone:
200 g. di pasta formato conchiglie
1/2 melanzana globosa
1 zucchina chiara
1 cipolla fresca di Tropea
1 acciuga sott'olio
1 manciata di capperi sotto sale
una spolverata di origano
sale e pepe nero q.b.
olio evo
podolico ragusano
Procedimento:
Mondate la cipolla e tagliatela a rondelle sottili, quindi fatela rosolare in una casseruola con poco olio evo e fatevi sciogliere l'acciuga. Nel frattempo tagliate la melanzana e la zucchina a dadini e dissalate bene i capperi sotto l'acqua corrente. Quandi la cipolla diventerà trasparente unite i dadini di melanzane e zucchina, fate rosolare a fiamma viva per qualche minuto, poi unite i capperi, abbassate la fiamma, aggiustate di sale (ne basterà pochissimo data la sapidità dell'acciuga e dei capperi), coprite la casseruola e fate cuocere per un quarto d'ora circa. In contemporanea cuocete la pasta al dente, poi terminate la cottura direttamente nella casseruola con il sughetto (unite un mestolo d'acqua se asciugasse troppo), aggiungete l'origano, una spolverata di pepe nero macinato fresco e per finire una grattugiata di podolici ragusano. Servite fumante.
Se sarete così bravi ad abbinare a questo gustosissimo primo un buon bicchiere di Aglianico, la vostra cena sarà perfetta!
Bon appétit!!!
Carta da Musica si sta sempre più trasformando in un blog per carboidrati addicted. E per giunta meteoropatico, visti gli sbalzi delle temperature che non sembrano affatto preannunciare l'estate. Tuttavia io son fiduciosa, l'estate paziente arriverà lo stesso. Lo dice anche la Bandabardò!
Ed eccoci alla ricetta di oggi, un primo, of course, che strizza l'occhio al sud, con i suoi meravigliosi prodotti e i sapori intensi intrsi del sole e del mare. Il mio papà mi ha regalato un meraviglioso pezzo di caciocavallo podolico ragusano, una preziosa perla sicula che ho deciso di abbinare alla pasta e alle melanzane.
CONCHIGLIE CON MELANZANE E PODOLICO RAGUSANO
Ingredienti per 2 persone:
200 g. di pasta formato conchiglie
1/2 melanzana globosa
1 zucchina chiara
1 cipolla fresca di Tropea
1 acciuga sott'olio
1 manciata di capperi sotto sale
una spolverata di origano
sale e pepe nero q.b.
olio evo
podolico ragusano
Procedimento:
Mondate la cipolla e tagliatela a rondelle sottili, quindi fatela rosolare in una casseruola con poco olio evo e fatevi sciogliere l'acciuga. Nel frattempo tagliate la melanzana e la zucchina a dadini e dissalate bene i capperi sotto l'acqua corrente. Quandi la cipolla diventerà trasparente unite i dadini di melanzane e zucchina, fate rosolare a fiamma viva per qualche minuto, poi unite i capperi, abbassate la fiamma, aggiustate di sale (ne basterà pochissimo data la sapidità dell'acciuga e dei capperi), coprite la casseruola e fate cuocere per un quarto d'ora circa. In contemporanea cuocete la pasta al dente, poi terminate la cottura direttamente nella casseruola con il sughetto (unite un mestolo d'acqua se asciugasse troppo), aggiungete l'origano, una spolverata di pepe nero macinato fresco e per finire una grattugiata di podolici ragusano. Servite fumante.
Se sarete così bravi ad abbinare a questo gustosissimo primo un buon bicchiere di Aglianico, la vostra cena sarà perfetta!
Bon appétit!!!
mercoledì 24 aprile 2013
Need of green. Tagliatelle con asparagi profumati
Buongiorno a tutti!
Alla fine la primavera l'ha spuntata sull'inverno, le leggi della natura - al contrario delle leggi dell'uomo - sono inflessibili e indipendenti da una qualunque volontà manipolabile dalla razionalità umana (e mi fermo qui per evitare di impelagarmi in discorsi troppo difficili per cui non sono neanche competente).
L'importante è che finalmente il colore verde sta tornando a splendere, nei giardini, nei viali, e anche in tavola, con asparagi, piselli e zucchine.
Oggi stranamente avevo un po' di tempo libero per stare ai fornelli, e ne approfittato per affondare le mani tra uova e farina. Avevo voglia di pasta fresca, ma anche di qualcosa di leggero. Ed è venuto fuori questo bel primo che vado subito a raccontarvi.
TAGLIATELLE CON ASPARAGI PROFUMATI
Ingredienti:
Per le tagliatelle:
200 g. di farina 00
2 uova fresche
un pizzico di sale
farina di semola
Per il condimento:
300 g. di asparagi
1 spicchio d'aglio
olio evo
erbette fresche miste (erba cipollina, salvia, basilico, maggiorana, santoreggia)
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Impastate la farina con le uova e il pizzico di sale, finché non avrete ottenuto un impasto liscio e compatto. Avvolgetelo nella pellicola e fate riposare almeno 30 minuti.
Nel frattempo mondate gli asparagi, eliminando la parte più dura del gambo, e fate cuocere a vapore per una decina di minuti (le punte dovranno restare piuttosto croccanti).
Stendete quindi la pasta e tagliatela allo spessore di tagliatelle, poi spolverate con la semola per evitare che si attacchino tra loro.
In una larga padella fate rosolare lo spicchio d'aglio in un giro d'olio, poi aggiungete gli asparagi tagliati a pezzettini (tenete da parte alcune punte per la guarnizione finale) e un pizzico di sale.
Tritate le verdure al coltello (preferibilmente di ceramica per evitare che anneriscano), cuocete la pasta in abbondante acqua salata per pochi minuti, scolate direttamente in padella, saltate aggiungendo le erbette e qualche mestolo di acqua di cottura, spolverate con pepe nero e impiattate.
Belle a vedersi e ancor più buone... un primo light a cui non si può dire di no!
Bon appétit!!!
Alla fine la primavera l'ha spuntata sull'inverno, le leggi della natura - al contrario delle leggi dell'uomo - sono inflessibili e indipendenti da una qualunque volontà manipolabile dalla razionalità umana (e mi fermo qui per evitare di impelagarmi in discorsi troppo difficili per cui non sono neanche competente).
L'importante è che finalmente il colore verde sta tornando a splendere, nei giardini, nei viali, e anche in tavola, con asparagi, piselli e zucchine.
Oggi stranamente avevo un po' di tempo libero per stare ai fornelli, e ne approfittato per affondare le mani tra uova e farina. Avevo voglia di pasta fresca, ma anche di qualcosa di leggero. Ed è venuto fuori questo bel primo che vado subito a raccontarvi.
TAGLIATELLE CON ASPARAGI PROFUMATI
Ingredienti:
Per le tagliatelle:
200 g. di farina 00
2 uova fresche
un pizzico di sale
farina di semola
Per il condimento:
300 g. di asparagi
1 spicchio d'aglio
olio evo
erbette fresche miste (erba cipollina, salvia, basilico, maggiorana, santoreggia)
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Impastate la farina con le uova e il pizzico di sale, finché non avrete ottenuto un impasto liscio e compatto. Avvolgetelo nella pellicola e fate riposare almeno 30 minuti.
Nel frattempo mondate gli asparagi, eliminando la parte più dura del gambo, e fate cuocere a vapore per una decina di minuti (le punte dovranno restare piuttosto croccanti).
Stendete quindi la pasta e tagliatela allo spessore di tagliatelle, poi spolverate con la semola per evitare che si attacchino tra loro.
In una larga padella fate rosolare lo spicchio d'aglio in un giro d'olio, poi aggiungete gli asparagi tagliati a pezzettini (tenete da parte alcune punte per la guarnizione finale) e un pizzico di sale.
Tritate le verdure al coltello (preferibilmente di ceramica per evitare che anneriscano), cuocete la pasta in abbondante acqua salata per pochi minuti, scolate direttamente in padella, saltate aggiungendo le erbette e qualche mestolo di acqua di cottura, spolverate con pepe nero e impiattate.
Belle a vedersi e ancor più buone... un primo light a cui non si può dire di no!
Bon appétit!!!
sabato 6 aprile 2013
Voglia d'estate. Caserecce con acciughe e agrumi.
Ciao a tutti!
Dopo queste settimane di assenza causa lavoro, oggi ho sentito il bisogno quasi fisiologico di riafforare nel mio blog per raccontare qualcosa di me attraverso un nuovo piatto.
Come quasi tutti, anch'io sono molto stanca di quest'inverno che stenta a lasciare il posto alla primavera, sono stanca di mangiare sempre le stesse cose, ma d'altra parte anche la natura fa fatica a offrirci nuovi frutti e ora ci troviamo in una fase di impasse stagionale in cui è difficile trovare verdura fresca che non sia di serra.
In questi giorni sto cercado di colmare tale vuoto mangiando molti carboidrati - che novità - e proprio l'altro giorno il mio papà mi ha passato una ricettina fantastica trovata nel web - sì, perché mio padre sta mostrando ottime doti da chef, ora che è in pensione, e molto spesso dissertiamo di ricette particolari e abbinamenti creativi - che vi propongo in questa mia versione, davvero quasi estiva!
CASERECCE CON ACCIUGHE E AGRUMI
Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di pasta formato caserecce
50 gr. di capperi sotto sale
50 gr. di mandorle pelate
pangrattato
scorzetta di arancia
il succo di un'arancia
50 gr. di uvetta
quattro acciughe
Procedimento:
Dopo avere messo l’acqua per la pasta sul fuoco, in una padella con un goccio di olio buono, fate sciogliere le acciughe. Aggiungete quindi i capperi dissalati, le mandorle tritate grossolanamente, l’uvetta precedentemente ammorbidita in acqua tiepida e il succo d'arancia. Quando il condimento sarà ben cotto, aggiungete le scorzette d'arancia grattugiate e spegnendo il fuoco, coprite la padella con un coperchio. Contemporaneamente, tostate il pangrattato in un padellino. Cuocete la pasta al dente, poi scolatela direttamente in padella con un po' di acqua di cottura. Mantecate bene e da ultimo spolverate con il pangrattato. Servite ben calda.
Davvero un piatto strepitoso, dai contrasti tutti mediterranei dei capperi, l'arancia, le mandorle e l'uvetta. Ingredienti semplici ma essenziali per appagare tutti i sensi!!
Bon appétit!!!
Dopo queste settimane di assenza causa lavoro, oggi ho sentito il bisogno quasi fisiologico di riafforare nel mio blog per raccontare qualcosa di me attraverso un nuovo piatto.
Come quasi tutti, anch'io sono molto stanca di quest'inverno che stenta a lasciare il posto alla primavera, sono stanca di mangiare sempre le stesse cose, ma d'altra parte anche la natura fa fatica a offrirci nuovi frutti e ora ci troviamo in una fase di impasse stagionale in cui è difficile trovare verdura fresca che non sia di serra.
In questi giorni sto cercado di colmare tale vuoto mangiando molti carboidrati - che novità - e proprio l'altro giorno il mio papà mi ha passato una ricettina fantastica trovata nel web - sì, perché mio padre sta mostrando ottime doti da chef, ora che è in pensione, e molto spesso dissertiamo di ricette particolari e abbinamenti creativi - che vi propongo in questa mia versione, davvero quasi estiva!
CASERECCE CON ACCIUGHE E AGRUMI
Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di pasta formato caserecce
50 gr. di capperi sotto sale
50 gr. di mandorle pelate
pangrattato
scorzetta di arancia
il succo di un'arancia
50 gr. di uvetta
quattro acciughe
Procedimento:
Dopo avere messo l’acqua per la pasta sul fuoco, in una padella con un goccio di olio buono, fate sciogliere le acciughe. Aggiungete quindi i capperi dissalati, le mandorle tritate grossolanamente, l’uvetta precedentemente ammorbidita in acqua tiepida e il succo d'arancia. Quando il condimento sarà ben cotto, aggiungete le scorzette d'arancia grattugiate e spegnendo il fuoco, coprite la padella con un coperchio. Contemporaneamente, tostate il pangrattato in un padellino. Cuocete la pasta al dente, poi scolatela direttamente in padella con un po' di acqua di cottura. Mantecate bene e da ultimo spolverate con il pangrattato. Servite ben calda.
Davvero un piatto strepitoso, dai contrasti tutti mediterranei dei capperi, l'arancia, le mandorle e l'uvetta. Ingredienti semplici ma essenziali per appagare tutti i sensi!!
Bon appétit!!!
mercoledì 13 marzo 2013
Fast & furious. Orecchiette carciofi e ricotta di pecora.
Ben ritrovati a voi tutti!
Inutile che provi a girarci troppo intorno: la vita da single mi consuma! E' impressionante quanto riesca a farcirmi le giornate di impegni, tra lavoro, corsi, danza, uscite con gli amici e incombenze dell'ultimo momento tali per cui i miei pasti sono sempre poco meditati e di sicuro molto poco conviviali - anche perché la mia gattina Maya non è poi così loquace.
Oggi però riesco finalmente parlarvi di un primo piatto molto sfizioso - lo so, ultimamente posto solo primi, ma sono i più funzionali al mio life style, e sono anche quelli che mi appagano di più, in tutti i sensi - che ha per protagonisti due must del mio frigo: la ricotta fresca di pecora e i carciofi.
ORECCHIETTE CARCIOFI E RICOTTA DI PECORA
Ingredienti (generosi) per 1 persona:
100 g. di orecchiette
2 carciofi morelli
1 limone
50 g. di ricotta di pecora superfresca
1 scalogno medio-piccolo
olio evo
noce moscata
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Mondate i carciofi, eliminando le foglie più dure, le estremità spinose, la parte terminale del gambo e la barba interna. Poi tagliateli a fettine sottili e immergeteli in una ciotola con acqua e limone.
Affettate lo scalogno, fatelo rosolare per qualche minuto in padella con un giro d'olio, poi unitevi i carciofi. Fate cuocere a fiamma moderata per un quarto d'ora circa, aggiungendo qualche goccio d'acqua se dovessero brunire troppo. Aggiustate di sale.
Cuocete le orecchiette al dente per il tempo indicato sulla confezione (io circa 12 minuti), poi scolate direttamente in padella con i carciofi. Mescolate a fiamma alta per un paio di minuti, unitevi la ricotta e la noce moscata, spolverate di pepe e infine impiattate.
Niente di più semplice, ma i sapori e la genuinità di questo piatto vi daranno grandi soddisfazioni, ve lo assicuro.
Bon appétit!!!
Inutile che provi a girarci troppo intorno: la vita da single mi consuma! E' impressionante quanto riesca a farcirmi le giornate di impegni, tra lavoro, corsi, danza, uscite con gli amici e incombenze dell'ultimo momento tali per cui i miei pasti sono sempre poco meditati e di sicuro molto poco conviviali - anche perché la mia gattina Maya non è poi così loquace.
Oggi però riesco finalmente parlarvi di un primo piatto molto sfizioso - lo so, ultimamente posto solo primi, ma sono i più funzionali al mio life style, e sono anche quelli che mi appagano di più, in tutti i sensi - che ha per protagonisti due must del mio frigo: la ricotta fresca di pecora e i carciofi.
ORECCHIETTE CARCIOFI E RICOTTA DI PECORA
Ingredienti (generosi) per 1 persona:
100 g. di orecchiette
2 carciofi morelli
1 limone
50 g. di ricotta di pecora superfresca
1 scalogno medio-piccolo
olio evo
noce moscata
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Mondate i carciofi, eliminando le foglie più dure, le estremità spinose, la parte terminale del gambo e la barba interna. Poi tagliateli a fettine sottili e immergeteli in una ciotola con acqua e limone.
Affettate lo scalogno, fatelo rosolare per qualche minuto in padella con un giro d'olio, poi unitevi i carciofi. Fate cuocere a fiamma moderata per un quarto d'ora circa, aggiungendo qualche goccio d'acqua se dovessero brunire troppo. Aggiustate di sale.
Cuocete le orecchiette al dente per il tempo indicato sulla confezione (io circa 12 minuti), poi scolate direttamente in padella con i carciofi. Mescolate a fiamma alta per un paio di minuti, unitevi la ricotta e la noce moscata, spolverate di pepe e infine impiattate.
Niente di più semplice, ma i sapori e la genuinità di questo piatto vi daranno grandi soddisfazioni, ve lo assicuro.
Bon appétit!!!
giovedì 21 febbraio 2013
Sentirsi leggeri. Pasta gratinata con broccoli e ricotta
Ben ritrovati cari lettori!
Giornate ancora invernali, in cui accendere il forno è un piacere che porta calore e conforto, oltre che buon cibo (e la bolletta ringrazia).
Ho preso l'abitudine di preparare porzioni mooolto abbondanti per la cena, in modo da avere una porzione sufficiente di avanzi che possa fungere anche da pranzo per il giorno successivo.
Nel caso della ricetta di oggi, devo dire che questa pasta al forno consumata il giorno dopo è ancora più buona. Ed è un piatto unico perfetto!
PASTA GRATINATA CON BROCCOLI E RICOTTA
Ingredienti per 2 persone (affamate):
200 g. di pasta corta (io penne)
2 broccoletti
250 g. di ricotta vaccina
1 bustina di zafferano
sale e pepe nero q.b.
100 di scamorza affumicata
erba cipollina
noce moscata
qualche noce di burro
Procedimento:
Mondate i broccoletti e riduceteli in cimette, quindi immergeteli in acqua fredda e portate a ebollizione. Salate l'acqua e unitevi la pasta, facendo cuocere al dente.
In una ciotola amalgamate la ricotta setacciata con lo zafferano, aggiungete qualche mestolo d'acqua di cottura della pasta, l'erba cipollina, la noce moscata, il sale e il pepe. Mescolate bene fino a ottenere una crema non troppo densa e gialla.
Unitevi quindi la pasta e i broccoletti, amalgamate, cospargete con la scamorza tagliata a dadini, qualche noce di burro e infornate a 180° fino a gratinatura.
Giornate ancora invernali, in cui accendere il forno è un piacere che porta calore e conforto, oltre che buon cibo (e la bolletta ringrazia).
Ho preso l'abitudine di preparare porzioni mooolto abbondanti per la cena, in modo da avere una porzione sufficiente di avanzi che possa fungere anche da pranzo per il giorno successivo.
Nel caso della ricetta di oggi, devo dire che questa pasta al forno consumata il giorno dopo è ancora più buona. Ed è un piatto unico perfetto!
PASTA GRATINATA CON BROCCOLI E RICOTTA
Ingredienti per 2 persone (affamate):
200 g. di pasta corta (io penne)
2 broccoletti
250 g. di ricotta vaccina
1 bustina di zafferano
sale e pepe nero q.b.
100 di scamorza affumicata
erba cipollina
noce moscata
qualche noce di burro
Procedimento:
Mondate i broccoletti e riduceteli in cimette, quindi immergeteli in acqua fredda e portate a ebollizione. Salate l'acqua e unitevi la pasta, facendo cuocere al dente.
In una ciotola amalgamate la ricotta setacciata con lo zafferano, aggiungete qualche mestolo d'acqua di cottura della pasta, l'erba cipollina, la noce moscata, il sale e il pepe. Mescolate bene fino a ottenere una crema non troppo densa e gialla.
Unitevi quindi la pasta e i broccoletti, amalgamate, cospargete con la scamorza tagliata a dadini, qualche noce di burro e infornate a 180° fino a gratinatura.
Un piatto leggero, senza soffritti né grassi, che appagherà il palato e darà le giuste energie senza appesantire.
Bon appétit!!!
mercoledì 25 luglio 2012
Il dovere di svagarsi e le caserecce all'ortolana
Ciao a tutti!
I tanti impegni del periodo, gli straordinari al lavoro, il misteriosissimo lavoro a casa di cui non dirò niente ancora per un po' - rassegnatevi - e le varie incombenze quotidiane, non mi sfiancano abbastanza dal concerdermi qualche svago, complice la bella stagione che, in quanto brevissima, non ammette che mi dedichi solo e soltanto al lavoro.
Così ultimamente mi sono concessa anche il lusso di andare a vedere Sting in concerto a Perugia, un'esperienza sensoriale a trecentosessanta gradi - facciamo duecentosettanta, dato che purtroppo non sono riuscita a mangiarmi Sting, anche se un morso glielo avrei dato volentieri! - e che non dimenticherò mai. Ci vorrebbero più spesso concerti così, per far svanire ansie e preoccupazioni, e per abbandonarsi completamente all'Armonia, con la a maiuscola.
Sulla scia di tanta bellezza in questi ultimi giorni ho anche ritagliato un po' di tempo per stare ai fornelli e ho collezionato una serie di piattini di cui spero di potervi parlare a dovere nei prossimi post.
Intanto oggi vi racconto un primo piatto, fresco e gustoso, ma soprattutto di stagione.
CASERECCE ALL'ORTOLANA
Ingredienti per 2 persone:
200 g. di caserecce (melius abundare)
1 zucchina verde
mezzo peperone giallo
mezza melanzana viola
1 cipolla rossa di Tropea
1 rametto di santoreggia (o timo)
qualche foglia di basilico
qualche cucchiaio di salsa di pomodoro (qui trovate la mia ricetta)
olio evo
sale e pepe nero
ricotta salata da grattugiare
Procedimento:
Mondate le verdure e tagliatele a cubetti piccoli delle stesse dimensioni. Tagliate a rondelle la cipolla e fatela soffriggere velocemente in padella con poco olio evo. Aggiungete quindi la gremolada di verdure e il rametto di santoreggia. Cuocete a fiamma viva per una decina di minuti, mescolando spesso.
Nel frattempo cuocete la pasta al dente, poi scolatela direttamente in padella per fare in saporire. Aggiustate di sale.
Componete quindi il piatto, versando sul fondo un po' di salsa al pomodoro, aggiungete la pasta, spolverate con una generosa grattugiata di ricotta salata, del pepe nero macinato fresco e rifininte infine con qualche foglia di basilico fresco.
Un piatto superveloce, supersemplice e supergenuino, grazie ai meravigliosi frutti della troppo breve estate!
Bon appétit!!!
I tanti impegni del periodo, gli straordinari al lavoro, il misteriosissimo lavoro a casa di cui non dirò niente ancora per un po' - rassegnatevi - e le varie incombenze quotidiane, non mi sfiancano abbastanza dal concerdermi qualche svago, complice la bella stagione che, in quanto brevissima, non ammette che mi dedichi solo e soltanto al lavoro.
Così ultimamente mi sono concessa anche il lusso di andare a vedere Sting in concerto a Perugia, un'esperienza sensoriale a trecentosessanta gradi - facciamo duecentosettanta, dato che purtroppo non sono riuscita a mangiarmi Sting, anche se un morso glielo avrei dato volentieri! - e che non dimenticherò mai. Ci vorrebbero più spesso concerti così, per far svanire ansie e preoccupazioni, e per abbandonarsi completamente all'Armonia, con la a maiuscola.
Sulla scia di tanta bellezza in questi ultimi giorni ho anche ritagliato un po' di tempo per stare ai fornelli e ho collezionato una serie di piattini di cui spero di potervi parlare a dovere nei prossimi post.
Intanto oggi vi racconto un primo piatto, fresco e gustoso, ma soprattutto di stagione.
CASERECCE ALL'ORTOLANA
Ingredienti per 2 persone:
200 g. di caserecce (melius abundare)
1 zucchina verde
mezzo peperone giallo
mezza melanzana viola
1 cipolla rossa di Tropea
1 rametto di santoreggia (o timo)
qualche foglia di basilico
qualche cucchiaio di salsa di pomodoro (qui trovate la mia ricetta)
olio evo
sale e pepe nero
ricotta salata da grattugiare
Procedimento:
Mondate le verdure e tagliatele a cubetti piccoli delle stesse dimensioni. Tagliate a rondelle la cipolla e fatela soffriggere velocemente in padella con poco olio evo. Aggiungete quindi la gremolada di verdure e il rametto di santoreggia. Cuocete a fiamma viva per una decina di minuti, mescolando spesso.
Nel frattempo cuocete la pasta al dente, poi scolatela direttamente in padella per fare in saporire. Aggiustate di sale.
Componete quindi il piatto, versando sul fondo un po' di salsa al pomodoro, aggiungete la pasta, spolverate con una generosa grattugiata di ricotta salata, del pepe nero macinato fresco e rifininte infine con qualche foglia di basilico fresco.
Un piatto superveloce, supersemplice e supergenuino, grazie ai meravigliosi frutti della troppo breve estate!
Bon appétit!!!
martedì 22 maggio 2012
Risotto integrale agli asparagi
Ben ritrovati cari lettori!
In queste ultime ore la rete e i media ci stanno tempestando di immagini e testimonianze delle rovine del terremoto in Emilia. E non vorrei certo fare delle retorica nell'esprimere tutta la mia solidarietà alle persone che faticosamente stanno affrontando la realtà con dignità e forza d'animo. Vedere le proprie case, i monumenti, le fabbriche in quello stato è davvero uno spettacolo a cui non ci si può abituare, nonostante il nostro paese sia spesso sottoposto a tali martiri. Oggi ho visto fotografie di poveri animali rimasti sepolti sotto le macerie, aziende di parmigiano completamente distrutte, con tutte le forme spaccate a metà riverse al suolo, e ho realizzato quanto tragico possa essere questo momento per tutte quelle persone che in pochi minuti non solo hanno perso la casa, ma anche il proprio lavoro costruito con anni di sacrifici e tanta sapienza - a maggior ragione poi in un momento storico di crisi come questo. Davvero non ho parole per commentare tanta disperazione, spero solo che non succeda di nuovo quello che è successo - o non è successo - a L'Aquila.
Ma onde evitare di sfociare in altrettanto inutili polemiche che non hanno qui la sede adatta, e per alleggerire il tono lugubre di questo post, preferisco cambiare decisamente argomento, e volgere lo sguardo alla mia cucina, il rifugio ideale che ha sempre qualcosa di buono e positivo da offrire.
E visto che la Giuse mi ha portato dei meravigliosi asparagi colti in un campo vicino casa, ancora sporchi di terra, ho deciso di impiegarli in maniera classica, in modo da esaltarne al meglio il sapore e il colore brillante.
RISOTTO INTEGRALE AGLI ASPARAGI
Ingredienti per 2 persone:
mezzo chilo di asparagi
190 g. di riso integrale
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
uno scalogno medio
sale e pepe q.b.
brodo vegetale
un pizzico di noce moscata
parmigiano reggiano a piacere
Procedimento:
Mondate gli asparagi eliminado la parte terminale più legnosa, e lavateli bene sotto l'acqua corrente per eliminare i residui di terra. Poi tagliateli a tocchetti lasciando le punte intere.
In una casseruola dai bordi alti fate soffriggere lo scalogno tagliato a rondelle, poi unitevi i tocchetti di asparagi e fate cuocere per una decina di minuti aggiungendo una goccia di brodo caldo. Versate quindi il riso, fate tostare e sfumate con il vino bianco, poi procedete con la cottura aggiungendo il brodo poco per volta.
A fine cottura aggiustate di sale e pepe, unite una punta di noce moscata, mantecate con il parmigiano e servite fumante.
Ecco qua la foto scattata in giardino!
Bon appétit!!!
In queste ultime ore la rete e i media ci stanno tempestando di immagini e testimonianze delle rovine del terremoto in Emilia. E non vorrei certo fare delle retorica nell'esprimere tutta la mia solidarietà alle persone che faticosamente stanno affrontando la realtà con dignità e forza d'animo. Vedere le proprie case, i monumenti, le fabbriche in quello stato è davvero uno spettacolo a cui non ci si può abituare, nonostante il nostro paese sia spesso sottoposto a tali martiri. Oggi ho visto fotografie di poveri animali rimasti sepolti sotto le macerie, aziende di parmigiano completamente distrutte, con tutte le forme spaccate a metà riverse al suolo, e ho realizzato quanto tragico possa essere questo momento per tutte quelle persone che in pochi minuti non solo hanno perso la casa, ma anche il proprio lavoro costruito con anni di sacrifici e tanta sapienza - a maggior ragione poi in un momento storico di crisi come questo. Davvero non ho parole per commentare tanta disperazione, spero solo che non succeda di nuovo quello che è successo - o non è successo - a L'Aquila.
Ma onde evitare di sfociare in altrettanto inutili polemiche che non hanno qui la sede adatta, e per alleggerire il tono lugubre di questo post, preferisco cambiare decisamente argomento, e volgere lo sguardo alla mia cucina, il rifugio ideale che ha sempre qualcosa di buono e positivo da offrire.
E visto che la Giuse mi ha portato dei meravigliosi asparagi colti in un campo vicino casa, ancora sporchi di terra, ho deciso di impiegarli in maniera classica, in modo da esaltarne al meglio il sapore e il colore brillante.
RISOTTO INTEGRALE AGLI ASPARAGI
Ingredienti per 2 persone:
mezzo chilo di asparagi
190 g. di riso integrale
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
uno scalogno medio
sale e pepe q.b.
brodo vegetale
un pizzico di noce moscata
parmigiano reggiano a piacere
Procedimento:
Mondate gli asparagi eliminado la parte terminale più legnosa, e lavateli bene sotto l'acqua corrente per eliminare i residui di terra. Poi tagliateli a tocchetti lasciando le punte intere.
In una casseruola dai bordi alti fate soffriggere lo scalogno tagliato a rondelle, poi unitevi i tocchetti di asparagi e fate cuocere per una decina di minuti aggiungendo una goccia di brodo caldo. Versate quindi il riso, fate tostare e sfumate con il vino bianco, poi procedete con la cottura aggiungendo il brodo poco per volta.
A fine cottura aggiustate di sale e pepe, unite una punta di noce moscata, mantecate con il parmigiano e servite fumante.
Ecco qua la foto scattata in giardino!
Bon appétit!!!
giovedì 10 maggio 2012
Garmugia, ovvero la tradizione lucchese
Ciao a tutti!
Oggi andiamo subito al dunque, senza indugi.
Voglio parlarvi di un piatto speciale, tipico della mia zona, e purtroppo poco conosciuto altrove.
Garmugia è il nome dialettale, dall'origine sconosciuta, dato dalla provincia di Lucca a questa minestra, che praticamente è un piatto unico. E' una zuppa di verdure e come accade con le minestre contadine, ha molte varianti, ma quella che vi propongo oggi è forse la più famosa, e probabilmente anche la più nobile, racchiudendo in sé i migliori ortaggi che offre la primavera.
GARMUGIA LUCCHESE
Ingredienti:
un mazzo di cipolline fresche
50 g. di pancetta tagliata a striscioline
150 g. di macinato scelto di manzo
piselli freschi, fave, punte di asparagi, carciofi per un totale di 400 g.
1 l. di buon brodo vegetale
olio evo
sale e pepe nero in grani q.b.
fette di pane abbrustolito o fritto per accompagnare
Procedimento:
Per prima cosa pulite tutte le verdure, sgranate i piselli e le fave, tagliate gli asparagi a dadini, lasciando le punte intere, pulite i carciofi, tagliateli a fettine e immergeteli in acqua acidulata.
Mondate le cipolline, sminuzzatele e fatele soffriggere in poco olio insieme alla pancetta. Aggiungete quindi il macinato, fate insaporire per qualche minuto, poi unitevi le verdure, e fate insaporire per circa 15 minuti. Infine versate il brodo ben caldo, e continuate la cottura per un altro quarto d'ora. Aggiustate di sale e pepe, e servite ben calda con dadini di pane abbrustolito o fritto.
Favolosa, semplice e genuina. Con la tradizione non si sbaglia mai!
Bon appétit!!!
Oggi andiamo subito al dunque, senza indugi.
Voglio parlarvi di un piatto speciale, tipico della mia zona, e purtroppo poco conosciuto altrove.
Garmugia è il nome dialettale, dall'origine sconosciuta, dato dalla provincia di Lucca a questa minestra, che praticamente è un piatto unico. E' una zuppa di verdure e come accade con le minestre contadine, ha molte varianti, ma quella che vi propongo oggi è forse la più famosa, e probabilmente anche la più nobile, racchiudendo in sé i migliori ortaggi che offre la primavera.
GARMUGIA LUCCHESE
Ingredienti:
un mazzo di cipolline fresche
50 g. di pancetta tagliata a striscioline
150 g. di macinato scelto di manzo
piselli freschi, fave, punte di asparagi, carciofi per un totale di 400 g.
1 l. di buon brodo vegetale
olio evo
sale e pepe nero in grani q.b.
fette di pane abbrustolito o fritto per accompagnare
Procedimento:
Per prima cosa pulite tutte le verdure, sgranate i piselli e le fave, tagliate gli asparagi a dadini, lasciando le punte intere, pulite i carciofi, tagliateli a fettine e immergeteli in acqua acidulata.
Mondate le cipolline, sminuzzatele e fatele soffriggere in poco olio insieme alla pancetta. Aggiungete quindi il macinato, fate insaporire per qualche minuto, poi unitevi le verdure, e fate insaporire per circa 15 minuti. Infine versate il brodo ben caldo, e continuate la cottura per un altro quarto d'ora. Aggiustate di sale e pepe, e servite ben calda con dadini di pane abbrustolito o fritto.
Favolosa, semplice e genuina. Con la tradizione non si sbaglia mai!
Bon appétit!!!
mercoledì 11 aprile 2012
Lasagne asparagi e gorgonzola e un libro
Ben ritrovati!
Dopo i bagordi pasquali, gli stravizi culinari e il meritato riposo - breve ma intenso - eccomi che rivesto i panni del Bianconiglio e riprendo a correre tra un impengo e l'altro.
Ma oggi non ho alcuna intenzione di tediarvi con inutili paranoie da finta donna in carriera, piuttosto vorrei approfittare di questo piccolo spazio, prima della consueta ricetta, per parlarvi di un bel libro che sto leggendo in questi giorni e che mi sta appassionando moltissimo. Si tratta de "Madame Mallory e il piccolo chef indiano" di Richard C. Morais, edito da Neri Pozza, uscito nel 2010, ma che io ho scoperto solo adesso. E' la saga di una famiglia indiana che culmina con la narrazione delle avventure di Hassan, cuoco indiano che grazie ai severi insegnamenti della controversa chef Madame Malllory, diventa chef pluristellato. Oltre ad essere scritto molto bene, in maniera fluida e immaginifica, il sottofondo della cucina indiana e francese che si fondono e confondono tra le pagine, evoca profumi e sapori davvero avvolgenti, e infonde la curiosità di assaggiare i piatti descritti e di esplorare i luoghi che fanno da palcoscenico alle avventure culinarie ed esistenziali dei protagonisti.
E già che ci sono vi lascio anche un breve assaggio del libro - scelta molto difficile, poiché i passaggi belli sono tanti:
"Ero lì da un paio d'anni e non era del tutto inconsueto che ogni tanto Monsieur Leblanc e Madame Mallory si concedessreo un po' di tempo insieme, una mattinata qua, un pomeriggio là, per qualche commissione o un momento di relax. Non abbiamo mi saputo la vera natura del loro rapporto, se il discreto Monsieur Leblanc e la riservatissima Madame Mallory avessero una tresca quando erano lontani dal ristorante e da noi. In cucina le congetture sull'argomento si sprecavano. Io e Marguerite, forse influenzati dal nostro stesso segreto, eravamo convinti che fossero amanti, mentre Jean-Pierre e Marcel non erano d'accordo.
Quando succedeva, Madame Mallory ripartiva tra noi tutti la preparazione dei piatti per la cena. A me naturalmente assegnava il compito meno complicato, ma in quel ventoso giorno d'autunno Madame aveva il diavolo in corpo e decise di cambiare le carte in tavola per tenerci sulla corda. Lo chef de cuisine Jean-Pierre, il maestro delle carni, fu incaricato di realizzare i prelibati dessert. Marguerite, che aveva le mani d'oro per i dolci e la pasticceria, fu messa a sporcarsele col pesce. E io, novizio, dovevo preparare e precuocere i piatti principali della sera, fra cui anche sei lepri, sei piccioni, un cosciotto d'agnello e un arrosto di maiale.
Si trattaìva in sostanza di pietanze tipiche del menu del ristorante, e dovevamo semplicemente eseguire le famose ricette di Madame. Non ero preoccupato.
La lepre però, quella sì che era una vera surprise.
"Chef, ha già in mente come vuole che prepari la lepre?"
"Sì, voglio che tu mi stupisca" rispose lei e, senza aggiungere altro, se ne andò con Leblanc.
Come ci si può immaginare, non appena uscirono ci mettemmo subito al lavoro, le labbra strette, la fronte madida di sudore, sapendo benissimo che per ciascuno di noi quella era una vera e propria prova di flessibilità. Poco dopo Jean-Pierre era coperto di farina e si cimentava nella millefoglie con crema di limoni di Mentone, mentre Marguerite, il viso contrattto per la concentrazione, preparò una salsa di aragosta alla sherry con zafferano per accompagnare sostanziosi tranci di luccio infilati negli spiedi e cotti ai ferri.
A dire la verità, gran parte di quella giornata è confusa nella nebbia di una corvée dal ritmo serrato. Ricordo che dopo aver tagliato e pulito le lepri, le feci marinare nel vino bianco, con foglie d'alloro, aglio tritato, aceto di malto, mostarda tedesca dolce e qualche bacca di ginepro essiccata e schiacciata, per dare quel retrogusto leggermente piccante e di pino. Una volta ammorbidite a dovere, misi le lepri in una pentola di ghisa e le lasciai cuocere a fuoco lento per diverse ore. Non era niente di speciale, la semplice rivisitazione di una vecchia ricetta contadina che mi era passata per le mani durante una sessione di studio nella biblioteca di Madame Mallory, ma sembrava perfetta per una serata d'autunno fredda e ventosa come quella.
Di contorno, al posto dei tradizionali tagliolini al burro, preparai un cuscus aromatizzato alla menta e un'insalata di cetriolo e panna acida arricchita da una generosa manciata di mirtilli rossi, un contrappunto fresco e leggero al sapore forte della lepre in umido. A ripensarci adesso, che ne fossi o meno consapevole, il cetriolo e la panna acida erano ispirati alla raita, il condimento a base di yogurt e cetriolo della mia terra madre."
Invitante, vero?
Ora però usciamo dalla cucina stellata, e torniamo nella mia umile dimora con questo primo piatto che vado subito a raccontarvi.
LASAGNE CON ASAPARGI E GORGONZOLA
Ingredienti:
500 g. di asparagi verdi maremmani
250 g. di sfoglia all'uovo
200 g. di gorgonzola dolce
sale e pepe nero q.b.
parmigiano reggiano grattugiato
per la besciamella:
500 ml. di latte
50 g. di burro
50 g. di farina
mezzo cucchiaino di noce moscata
sale e pepe
Procedimento:
Eliminate la parte di gambo più legnosa degli asparagi, lavateli accuratamente e sistemateli nel cestello per cuocerli al vapore, per una ventina di minuti, mantenendoli al dente.
Nel frattempo preparate la besciamella, mettendo farina e burro in una casseruola e facenmdo cuocere fino a ottenere un bel roux dorato. Aggiungete gradualmente il latte riscaldato, mescolate bene fino a ottenere una crema densa, insaporite con la noce moscata, il sale e il pepe e a fine cottura unitevi il gorgonzola tagliato a cubetti. Mescolate finchè non sarà completamente sciolto, poi tenete da parte.
Tagliate gli asparagi in piccoli pezzettini, poi cominciate a comporre gli strati delle lasagne. Adagiate la sfoglia - essendo fresca non l'ho sbollentata - sul fondo di una teglia leggermente imburrata, versatevi sopra qualche mestolo di salsa besciamella, spargetevi sopra gli asparagi, spolverate di parmigiano e continuate così fino a esaurimento degli ingredienti. Sopra l'ultimo strato mettete le punte degli asparagi, un velo di besciamella e una generosa manciata di parmigiano, dopo di che infornate a 190° per una ventina di minuti, con funzione grill per gli ultimi cinque minuti di cottura.
Lasciate freddare qualche minuto prima di servire.
Semplicissima, ma esageratamente gustosa. Non sarà degna dello chef indiano, ma è comunque un piatto che fa grande figura e non delude il palato!
Bon appétit!!!
Dopo i bagordi pasquali, gli stravizi culinari e il meritato riposo - breve ma intenso - eccomi che rivesto i panni del Bianconiglio e riprendo a correre tra un impengo e l'altro.
Ma oggi non ho alcuna intenzione di tediarvi con inutili paranoie da finta donna in carriera, piuttosto vorrei approfittare di questo piccolo spazio, prima della consueta ricetta, per parlarvi di un bel libro che sto leggendo in questi giorni e che mi sta appassionando moltissimo. Si tratta de "Madame Mallory e il piccolo chef indiano" di Richard C. Morais, edito da Neri Pozza, uscito nel 2010, ma che io ho scoperto solo adesso. E' la saga di una famiglia indiana che culmina con la narrazione delle avventure di Hassan, cuoco indiano che grazie ai severi insegnamenti della controversa chef Madame Malllory, diventa chef pluristellato. Oltre ad essere scritto molto bene, in maniera fluida e immaginifica, il sottofondo della cucina indiana e francese che si fondono e confondono tra le pagine, evoca profumi e sapori davvero avvolgenti, e infonde la curiosità di assaggiare i piatti descritti e di esplorare i luoghi che fanno da palcoscenico alle avventure culinarie ed esistenziali dei protagonisti.
E già che ci sono vi lascio anche un breve assaggio del libro - scelta molto difficile, poiché i passaggi belli sono tanti:
"Ero lì da un paio d'anni e non era del tutto inconsueto che ogni tanto Monsieur Leblanc e Madame Mallory si concedessreo un po' di tempo insieme, una mattinata qua, un pomeriggio là, per qualche commissione o un momento di relax. Non abbiamo mi saputo la vera natura del loro rapporto, se il discreto Monsieur Leblanc e la riservatissima Madame Mallory avessero una tresca quando erano lontani dal ristorante e da noi. In cucina le congetture sull'argomento si sprecavano. Io e Marguerite, forse influenzati dal nostro stesso segreto, eravamo convinti che fossero amanti, mentre Jean-Pierre e Marcel non erano d'accordo.
Quando succedeva, Madame Mallory ripartiva tra noi tutti la preparazione dei piatti per la cena. A me naturalmente assegnava il compito meno complicato, ma in quel ventoso giorno d'autunno Madame aveva il diavolo in corpo e decise di cambiare le carte in tavola per tenerci sulla corda. Lo chef de cuisine Jean-Pierre, il maestro delle carni, fu incaricato di realizzare i prelibati dessert. Marguerite, che aveva le mani d'oro per i dolci e la pasticceria, fu messa a sporcarsele col pesce. E io, novizio, dovevo preparare e precuocere i piatti principali della sera, fra cui anche sei lepri, sei piccioni, un cosciotto d'agnello e un arrosto di maiale.
Si trattaìva in sostanza di pietanze tipiche del menu del ristorante, e dovevamo semplicemente eseguire le famose ricette di Madame. Non ero preoccupato.
La lepre però, quella sì che era una vera surprise.
"Chef, ha già in mente come vuole che prepari la lepre?"
"Sì, voglio che tu mi stupisca" rispose lei e, senza aggiungere altro, se ne andò con Leblanc.
Come ci si può immaginare, non appena uscirono ci mettemmo subito al lavoro, le labbra strette, la fronte madida di sudore, sapendo benissimo che per ciascuno di noi quella era una vera e propria prova di flessibilità. Poco dopo Jean-Pierre era coperto di farina e si cimentava nella millefoglie con crema di limoni di Mentone, mentre Marguerite, il viso contrattto per la concentrazione, preparò una salsa di aragosta alla sherry con zafferano per accompagnare sostanziosi tranci di luccio infilati negli spiedi e cotti ai ferri.
A dire la verità, gran parte di quella giornata è confusa nella nebbia di una corvée dal ritmo serrato. Ricordo che dopo aver tagliato e pulito le lepri, le feci marinare nel vino bianco, con foglie d'alloro, aglio tritato, aceto di malto, mostarda tedesca dolce e qualche bacca di ginepro essiccata e schiacciata, per dare quel retrogusto leggermente piccante e di pino. Una volta ammorbidite a dovere, misi le lepri in una pentola di ghisa e le lasciai cuocere a fuoco lento per diverse ore. Non era niente di speciale, la semplice rivisitazione di una vecchia ricetta contadina che mi era passata per le mani durante una sessione di studio nella biblioteca di Madame Mallory, ma sembrava perfetta per una serata d'autunno fredda e ventosa come quella.
Di contorno, al posto dei tradizionali tagliolini al burro, preparai un cuscus aromatizzato alla menta e un'insalata di cetriolo e panna acida arricchita da una generosa manciata di mirtilli rossi, un contrappunto fresco e leggero al sapore forte della lepre in umido. A ripensarci adesso, che ne fossi o meno consapevole, il cetriolo e la panna acida erano ispirati alla raita, il condimento a base di yogurt e cetriolo della mia terra madre."
Invitante, vero?
Ora però usciamo dalla cucina stellata, e torniamo nella mia umile dimora con questo primo piatto che vado subito a raccontarvi.
LASAGNE CON ASAPARGI E GORGONZOLA
Ingredienti:
500 g. di asparagi verdi maremmani
250 g. di sfoglia all'uovo
200 g. di gorgonzola dolce
sale e pepe nero q.b.
parmigiano reggiano grattugiato
per la besciamella:
500 ml. di latte
50 g. di burro
50 g. di farina
mezzo cucchiaino di noce moscata
sale e pepe
Procedimento:
Eliminate la parte di gambo più legnosa degli asparagi, lavateli accuratamente e sistemateli nel cestello per cuocerli al vapore, per una ventina di minuti, mantenendoli al dente.
Nel frattempo preparate la besciamella, mettendo farina e burro in una casseruola e facenmdo cuocere fino a ottenere un bel roux dorato. Aggiungete gradualmente il latte riscaldato, mescolate bene fino a ottenere una crema densa, insaporite con la noce moscata, il sale e il pepe e a fine cottura unitevi il gorgonzola tagliato a cubetti. Mescolate finchè non sarà completamente sciolto, poi tenete da parte.
Tagliate gli asparagi in piccoli pezzettini, poi cominciate a comporre gli strati delle lasagne. Adagiate la sfoglia - essendo fresca non l'ho sbollentata - sul fondo di una teglia leggermente imburrata, versatevi sopra qualche mestolo di salsa besciamella, spargetevi sopra gli asparagi, spolverate di parmigiano e continuate così fino a esaurimento degli ingredienti. Sopra l'ultimo strato mettete le punte degli asparagi, un velo di besciamella e una generosa manciata di parmigiano, dopo di che infornate a 190° per una ventina di minuti, con funzione grill per gli ultimi cinque minuti di cottura.
Lasciate freddare qualche minuto prima di servire.
Semplicissima, ma esageratamente gustosa. Non sarà degna dello chef indiano, ma è comunque un piatto che fa grande figura e non delude il palato!
Bon appétit!!!
domenica 8 aprile 2012
Risotto nocciole e roquefort
Buona Pasqua a tutti voi!
Per me quest'anno è stata una Pasqua anomala, non ci siamo abbuffati di cibo né di colomba o uova di cioccolato (tranne una parentesi a merenda in cui stavamo per finire le scorte di cioccolato dai miei). Sfortunatamente il tempo non ci ha concesso di andare a fare una gita fuori porta, per cui abbiamo poltrito a letto fino a tardi, reduci da una serata trascorsa in campagna a casa di amici tra musica, danze e tanti bei dolcini, che si è protratta fino quasi all'alba. E dunque oggi niente agnello né festeggiamenti di sorta, solo tanto relax, che in fondo non guasta, soprattutto in questo periodo convulso.
In compenso però ho preparato un risotto davvero speciale di cui mi accingo a parlarvi.
RISOTTO CON NOCCIOLE E ROQUEFORT
Ingredienti per 2 persone:
180 g. di riso carnaroli
1 scalogno
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale
sale e pepe q.b.
40 g. di nocciole dop del Piemonte
40 g. di roquefort
Procedimento:
Mondate e affettate finemente lo scalogno, poi fatelo soffriggere dolcemente in una casseruola con olio evo. Quando è dorato aggiungete il riso, fate tostare, poi sfumate con il vino bianco. Continuate la cottura a fiamma moderata aggiungendo man mano il brodo caldo. Aggiustate di sale.
Nel frattempo tritate grossolanamente le nocciole fatele tostare in un padellino antiaderente, e tagliate il roquefort a tocchetti.
Qualche minuto prima del termine della cottura del risotto, aggiungete le nocciole e il roquefort (tenetene un po' da parte per guarnire) e mantecate finché il riso è cotto.
Impiattate rifinendo con qualche nocciola, qualche cubetto di roquefort e una spolverata di pepe nero.
Un risotto davvero insolito, in cui il sapore deciso del formaggio è smorzato dalla dolcezza delle nocciole. Una vera prelibatezza per questo clima poco primaverile!
Bon appétit!!!
Per me quest'anno è stata una Pasqua anomala, non ci siamo abbuffati di cibo né di colomba o uova di cioccolato (tranne una parentesi a merenda in cui stavamo per finire le scorte di cioccolato dai miei). Sfortunatamente il tempo non ci ha concesso di andare a fare una gita fuori porta, per cui abbiamo poltrito a letto fino a tardi, reduci da una serata trascorsa in campagna a casa di amici tra musica, danze e tanti bei dolcini, che si è protratta fino quasi all'alba. E dunque oggi niente agnello né festeggiamenti di sorta, solo tanto relax, che in fondo non guasta, soprattutto in questo periodo convulso.
In compenso però ho preparato un risotto davvero speciale di cui mi accingo a parlarvi.
RISOTTO CON NOCCIOLE E ROQUEFORT
Ingredienti per 2 persone:
180 g. di riso carnaroli
1 scalogno
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
brodo vegetale
sale e pepe q.b.
40 g. di nocciole dop del Piemonte
40 g. di roquefort
Procedimento:
Mondate e affettate finemente lo scalogno, poi fatelo soffriggere dolcemente in una casseruola con olio evo. Quando è dorato aggiungete il riso, fate tostare, poi sfumate con il vino bianco. Continuate la cottura a fiamma moderata aggiungendo man mano il brodo caldo. Aggiustate di sale.
Nel frattempo tritate grossolanamente le nocciole fatele tostare in un padellino antiaderente, e tagliate il roquefort a tocchetti.
Qualche minuto prima del termine della cottura del risotto, aggiungete le nocciole e il roquefort (tenetene un po' da parte per guarnire) e mantecate finché il riso è cotto.
Impiattate rifinendo con qualche nocciola, qualche cubetto di roquefort e una spolverata di pepe nero.
Un risotto davvero insolito, in cui il sapore deciso del formaggio è smorzato dalla dolcezza delle nocciole. Una vera prelibatezza per questo clima poco primaverile!
Bon appétit!!!
venerdì 30 marzo 2012
Cous cous con i broccoli
Buon inizio di weekend!
Wow, un'altra settimana sta volgendo al termine, e mi è proprio volata! Ho trascorso giornate intense, sia sul lavoro che a casa, molti progetti stanno lentamente prendendo forma, e questo mi dà un senso di pienezza e armonia che è la giusta benzina per non sentire la stanchezza e per cercare sempre di migliorare. Anche se tutto questo comporta il sacrificio di ore di sonno e di ozio.
Per questo sono contenta che domani è sabato, almeno posso dormire un'oretta di più, pur non dimenticando che mi aspettano le pulizie domestiche!
In ogni caso questa settimana si inscrive nella storia per due episodi che sono successi a Rino. L'altra sera nostro micio mangione si è mangiato uno spicchio di aglio intero, avanzato dalla nostra cena a base di melanzane, e gli è piaciuto tantissimo! Peccato che la mattina dopo emanava un certo odorino che ha sconvolto il mio risveglio... però di sicuro l'aglio ha disinfettato il suo pancino! L'altro aneddoto è accaduto proprio stasera. Rino ha avuto un incontro troppo ravvicinato con un gatto che si aggira dalle nostre parti e che non aveva alcuna voglia di giocare con lui, per cui ha rimediato una serie di graffi e un grande spavento, tanto che si è fatto la pipì addosso... abbiamo dovuto fargli il bagnetto, proprio come a un bimbo - non mi era mai successo di fare il bagno al gatto, ed ero pronta al peggio, ma lui è stato un vero angioletto, bravo Rino!
E dopo le soddisfazioni familiari, veniamo alla sostanza. La ricetta di oggi è all'insegna della dieta che impera in questo periodo - anche se non rimuncio ai miei dolcini o a un bel piatto di pasta succulenta, alla faccia del povero Paolo - ma ricca di sapore.
COUS COUS CON BROCCOLI
Ingredienti:
2 broccoletti
1 spicchio d'aglio
2 filetti di acciughe sott'olio
olio evo
20 g. di uvetta
una manciata di pinoli
sale e pepe nero
1 bicchiere di cous cous
un pizzico di curry
Procedimento:
Mondate i broccoli e riduceteli in cimette. Fateli sbollentare in poca acqua per una decina di minuti, poi conservate l'acqua di cottura.
Mettete l'uvetta in ammollo in acqua tiepida per almeno un quarto d'ora.
In una larga padella fate rosolare in olio evo l'aglio con i filetti di acciuga che dovranno sciogliersi, poi versatevi i broccoli, l'uvetta strizzata e i pinoli. Fate cuocere a fiamma vivace per una decina di minuti e aggiustate di sale e pepe.
Versate un bicchiere d'acqua di cottura dei broccoli, ancora bollente, sul cous cous e aggiungete un filo d'olio, salate, pepate, spolverate con il curry e coprite con un coperchio, poi sgranate con una forchetta per separare i grani.
Versate il cous cous in padella con i broccoli, fate insaporire qualche minuto e servite caldo.
Il sapore dolce dell'uvetta smorza alla perfezione l'aroma dell'acciuga e del broccolo, rendendo questo piatto ancora più appetitoso!
Bon appétit!!!
Wow, un'altra settimana sta volgendo al termine, e mi è proprio volata! Ho trascorso giornate intense, sia sul lavoro che a casa, molti progetti stanno lentamente prendendo forma, e questo mi dà un senso di pienezza e armonia che è la giusta benzina per non sentire la stanchezza e per cercare sempre di migliorare. Anche se tutto questo comporta il sacrificio di ore di sonno e di ozio.
Per questo sono contenta che domani è sabato, almeno posso dormire un'oretta di più, pur non dimenticando che mi aspettano le pulizie domestiche!
In ogni caso questa settimana si inscrive nella storia per due episodi che sono successi a Rino. L'altra sera nostro micio mangione si è mangiato uno spicchio di aglio intero, avanzato dalla nostra cena a base di melanzane, e gli è piaciuto tantissimo! Peccato che la mattina dopo emanava un certo odorino che ha sconvolto il mio risveglio... però di sicuro l'aglio ha disinfettato il suo pancino! L'altro aneddoto è accaduto proprio stasera. Rino ha avuto un incontro troppo ravvicinato con un gatto che si aggira dalle nostre parti e che non aveva alcuna voglia di giocare con lui, per cui ha rimediato una serie di graffi e un grande spavento, tanto che si è fatto la pipì addosso... abbiamo dovuto fargli il bagnetto, proprio come a un bimbo - non mi era mai successo di fare il bagno al gatto, ed ero pronta al peggio, ma lui è stato un vero angioletto, bravo Rino!
E dopo le soddisfazioni familiari, veniamo alla sostanza. La ricetta di oggi è all'insegna della dieta che impera in questo periodo - anche se non rimuncio ai miei dolcini o a un bel piatto di pasta succulenta, alla faccia del povero Paolo - ma ricca di sapore.
COUS COUS CON BROCCOLI
Ingredienti:
2 broccoletti
1 spicchio d'aglio
2 filetti di acciughe sott'olio
olio evo
20 g. di uvetta
una manciata di pinoli
sale e pepe nero
1 bicchiere di cous cous
un pizzico di curry
Procedimento:
Mondate i broccoli e riduceteli in cimette. Fateli sbollentare in poca acqua per una decina di minuti, poi conservate l'acqua di cottura.
Mettete l'uvetta in ammollo in acqua tiepida per almeno un quarto d'ora.
In una larga padella fate rosolare in olio evo l'aglio con i filetti di acciuga che dovranno sciogliersi, poi versatevi i broccoli, l'uvetta strizzata e i pinoli. Fate cuocere a fiamma vivace per una decina di minuti e aggiustate di sale e pepe.
Versate un bicchiere d'acqua di cottura dei broccoli, ancora bollente, sul cous cous e aggiungete un filo d'olio, salate, pepate, spolverate con il curry e coprite con un coperchio, poi sgranate con una forchetta per separare i grani.
Versate il cous cous in padella con i broccoli, fate insaporire qualche minuto e servite caldo.
Il sapore dolce dell'uvetta smorza alla perfezione l'aroma dell'acciuga e del broccolo, rendendo questo piatto ancora più appetitoso!
Bon appétit!!!
sabato 24 marzo 2012
Orzotto con carciofi
Ciao a tutti voi!
Ho paura a dirlo, ma qui sembra scoppiata la primavera, il termometro segna più di venti gradi e nell'aria si diffonde il profumo dei fiori e degli alberi che cominciano a vestirsi di nuovo di verde. Spero davvero che il freddo non torni più, anche se un po' di pioggia non guasterebbe, dato il pericolo siccità di cui ci informano quotidianamente i media. Non siamo mai contenti, che volete farci!
Intanto continuiamo a godere ancora per un po' delle verdure invernali, in attesa di poter acquistare di nuovo asparagi, piselli, zucchine, fave... Beh, certo, si possono già trovare tutti tra i banchi del mercato, ma almeno dalle mie parti i prezzi sono allucinanti, per cui preferisco aspettare che calino un po'!
Oggi vi propongo un altro piatto gluten free - non per necessità, ma per scelta - in cui invece del riso ho preferito cucinare l'orzo, che tanto mi piace.
ORZOTTO CON CARCIOFI
Ingredienti per 2 persone:
180 g. di orzo perlato
3 carciofi con le spine
1 porro
1 l. circa di brodo vegetale
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
il succo di mezzo limone
sale e pepe q,b.
erba cipollina fresca e parmigiano reggiano per decorare
Procedimento:
Mondate i carciofi privandoli delle foglie più dure, della barba interna e della parte di gambo più legnosa, poi tagliataeli in spicchi sottili e immergeteli in acqua acidulata con il limone per non farli annerire.
Mondate il porro, tagliatelo a rondelle e fatelo appassire in una casseruola con poco olio evo, poi trascorso qualche minuto unitevi i carciofi. Fate cuocere per una decina di minuti, aggiungendo un mestolo di brodo se asciugasse troppo, poi unite l'orzo. Fate tostare, sfumate con il vino bianco e continuate la cottura per una ventina di minuti, bagnando con il brodo. Aggiustate di sale e pepe.
A fine cottura mantecate con il parmigiano, spolverate con l'erba cipollina e impiattate.
Davvero buonissimo, non si può aggiungere altro!
Bon appétit!!!
Ho paura a dirlo, ma qui sembra scoppiata la primavera, il termometro segna più di venti gradi e nell'aria si diffonde il profumo dei fiori e degli alberi che cominciano a vestirsi di nuovo di verde. Spero davvero che il freddo non torni più, anche se un po' di pioggia non guasterebbe, dato il pericolo siccità di cui ci informano quotidianamente i media. Non siamo mai contenti, che volete farci!
Intanto continuiamo a godere ancora per un po' delle verdure invernali, in attesa di poter acquistare di nuovo asparagi, piselli, zucchine, fave... Beh, certo, si possono già trovare tutti tra i banchi del mercato, ma almeno dalle mie parti i prezzi sono allucinanti, per cui preferisco aspettare che calino un po'!
Oggi vi propongo un altro piatto gluten free - non per necessità, ma per scelta - in cui invece del riso ho preferito cucinare l'orzo, che tanto mi piace.
ORZOTTO CON CARCIOFI
Ingredienti per 2 persone:
180 g. di orzo perlato
3 carciofi con le spine
1 porro
1 l. circa di brodo vegetale
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
il succo di mezzo limone
sale e pepe q,b.
erba cipollina fresca e parmigiano reggiano per decorare
Procedimento:
Mondate i carciofi privandoli delle foglie più dure, della barba interna e della parte di gambo più legnosa, poi tagliataeli in spicchi sottili e immergeteli in acqua acidulata con il limone per non farli annerire.
Mondate il porro, tagliatelo a rondelle e fatelo appassire in una casseruola con poco olio evo, poi trascorso qualche minuto unitevi i carciofi. Fate cuocere per una decina di minuti, aggiungendo un mestolo di brodo se asciugasse troppo, poi unite l'orzo. Fate tostare, sfumate con il vino bianco e continuate la cottura per una ventina di minuti, bagnando con il brodo. Aggiustate di sale e pepe.
A fine cottura mantecate con il parmigiano, spolverate con l'erba cipollina e impiattate.
Davvero buonissimo, non si può aggiungere altro!
Bon appétit!!!
mercoledì 21 marzo 2012
Great expectations.Crêpes gluten free con ricotta e zucchine
Ciao a tutti cari lettori!
Come mi aspettavo, questa settimana è davvero partita a tutta velocità, ma sono molto contenta perché sono riuscita a realizzare uno dei desideri che quasi disperavo di concretizzare. Proprio in questi giorni è stato presentato alla Fiera dell'editoria per ragazzi un nuovo libro, tradotto da me e da due mie amiche e compagne di università, Monica e Jessica, un lavoro che abbiamo iniziato esattamente dieci anni fa da studentesse e che ci ha accompagnate nel corso di questi anni. Davvero nessuna di noi ormai credeva più che sarebbe stato pubblicato! Eppure, vederlo lì, ieri, con la sua meravigliosa copertina, la veste grafica elegante, il testo portoghese a fronte, ci ha fatto ripercorrere per un attimo il lungo tragitto che ci ha portato da un banchino dell'università alla Fiera di Bologna. Quanti pomeriggi in biblioteca, a casa di António Fournier (nostro professore, nonché guru letterario ed esistenziale), a Lisbona dove abbiamo per la prima volta incontrato l'autore, ore e ore a pensare e ripensare ogni singola parola, traduzioni stracciate più volte e altrettante volte riscritte da zero. E in questi dieci anni ci sono le nostre vite, tre ventenni che nel frattempo sono diventate trentenni, con i loro enormi bagagli di vissuto che ne hanno modificato aspirazioni e visioni della realtà. E con loro anche il modo di leggere questo libro è cambiato. Per questo, quando qualche mese fa ci è stato chiesto di riprendere in mano le nostre traduzioni in vista della pubblicazione, mi sono letteralmente rituffata nel passato nel rileggere tutte quelle pagine segnate dal tempo. Una sola parola è bastata a far riaffiorare ricordi ed emozioni che credevo nascoste in un cassetto della mia testolina. E mi sono emozionata. Questo libro è un viaggio bellissimo, perché oltre a raccontare delle storie a grandi e piccini, racconta anche di me. A me.
Il viaggio si è magnificamente concluso, con il migliore degli approdi, in uno scenario fantastico, e c'eravamo tutti noi, Jessica, Monica, António, lo scrittore António Torrado, e tanti libri.
Quasi dimenticavo, il libro si intitola "Cinque sensi e altri racconti", di António Torrado, Edizioni dell'Orso, ed è una raccolta di racconti insoliti e profondamente poetici, con quella nostalgia atlantica e la giusta ironia che li rende piacevoli e non eccessivamente pesanti.
Perdonate la parentesi logorroica e autocelebrativa, ma non potevo tenere per me questa grande soddisfazione!
La nota culinaria di oggi si concentra su una ricetta senza glutine, light ma mooolto golosa. E in fatto di golosità le crêpes non hanno certo bisogno di grandi presentazioni, no?
Allora tutti in cucina!
CRÊPES DI GRANO SARACENO CON RICOTTA E ZUCCHINE
Ingredienti:
Per le crêpes
2 uova
250 ml. di latte
125 g. di farina di grano saraceno
20 g. di burro
un pizzico di sale
Per il ripieno
400 g. di zucchine piccole e chiare
uno scalogno
olio evo
tre foglie di salvia
250 g. di ricotta vaccina
noce moscata
sale e pepe nero q.b.
parmigiano reggiano e burro per guarnire
Procedimento:
Preparate le crêpes, mescolando le uova con la farina, il latte, il burro fuso raffreddato e il pizzico di sale, con l'aiuto di una frusta. Fate riposare la pastella per una mezz'oretta.
Nel frattempo mondate le zucchine e grattugiatele, tritate lo scalogno e fate appassire il tutto in padella con un filo d'olio evo per una decina di minuti. A fine cottura aggiustate di sale e pepe.
Cuocete le crêpes nell'apposito padellino, ne verranno circa 8.
Aggiungete la ricotta alle zucchine intiepidite, la salvia sminuzzata e la noce moscata. Amalgamate bene, poi farcite le crêpes e chiudetetele come preferite.
Disponetele in una teglia, cospargetevi del parmigiano e qualche fiocchetto di burro, poi fate gratinare in forno a 190° per un quarto d'ora circa.
Sufficientemente dietetico, ma profondamente appagante per lo spirito!
Bon appétit!!!
Sufficientemente dietetico, ma profondamente appagante per lo spirito!
Bon appétit!!!
martedì 21 febbraio 2012
Aspettando il girone di ritorno. Pasta con cavolfiore e scorza d'arancia
Ciao a tutti!
Il mio oroscopo lo aveva detto che questa non sarebbe stata una settimana propriamente brillante, ed ero pronta al peggio. Che non si sta ancora manifestando in tutto il suo splendore, ma c'è molto vicino.
La settimana è cominciata da appena due giorni - ma a me sembra ne siano passati cinque - e ho già collezionato una bella lista di figurette e incontri ravvicinati con personaggi dalla dubbia etica professionale, nonché umana. A volte è davvero dura restare indifferenti davanti a certi atteggiamenti arroganti di chi si sente più furbo di noi ostentando una colossale ignoranza dei più elementari codici di buona educazione. Per me, così attenta, per indole e formazione, all'uso delle parole, assistere a sproloqui da sofista che non hanno alla base alcuna logica concreta, è una vera tortura. Soprattutto poi quando questi voli pindarici, a metà tra Protagora e l'Azzeccagarbugli, sono suggellati da errori di grammatica che manco un bimbo di cinque anni, il mio travaso di bile - corredato da prurito alle mani - è completo. Eccheccavolo.
A parte lo sfogo da maestrina nevrotica - appellativo con cui spesso mi apostrofano scherzosamente in famiglia - stasera, non appena sono tornata a casa, consapevole già che il tappezziere che aspetto da giorni non sarebbe venuto neanche stavolta, ho deciso di inondare la casa del soave profumo del cavolfiore, invogliata da una ricettina che ho letto qualche giorno fa su uno speciale de La Cucina italiana, e che fortunatamente ha dissolto il livore accumulato.
E dunque ve la racconto subito, caso mai vi servisse un piatto terapeutico contro la nevrosi.
PASTA CON CAVOLFIORE E SCORZA D'ARANCIA
Ingredienti per 2 persone:
200 g. di pasta corta
un cavolfiore piccolo
1 spicchio d'aglio
2 filetti d'acciuga sott'olio
100 ml. di panna vegetale (facoltativa)
olio evo
la scorza grattugiata di un'arancia non trattata
sale e pepe q.b.
un pizzico di erba cipollina per rifinire
Procedimento:
Mondate il cavolfiore e cuocetelo in acqua bollente per una ventina di minuti. Poi scolatelo e conservate l'acqua di cottura per cuocervi la pasta.
Nel frattempo in una padella fate rosolare lo spicchio d'aglio intero e i filetti sminuzzati, poi togliete l'aglio e aggiungete il cavolfiore tagliato a pezzettini. Fate insaporire per qualche minuto, poi salate, pepate, aggiungete la panna e la scorza d'arancia grattugiata.
Cuocete la pasta al dente e terminate la cottura in padella, aggiungendo un po' d'acqua di cottura per non fare asciugare troppo.
Al momento di impiattare rifinite con un po' di scorza d'arancia e l'erba cipollina sminuzzata, e servite fumante.
Adoro l'abbinamento cavolo- arancia, lo uso molto spesso anche per i cavoletti di bruxelles, ma con questa pasta cremosa raggiunge veramente l'eccellenza, ve lo assicuro!!
Bon appétit!!!
Il mio oroscopo lo aveva detto che questa non sarebbe stata una settimana propriamente brillante, ed ero pronta al peggio. Che non si sta ancora manifestando in tutto il suo splendore, ma c'è molto vicino.
La settimana è cominciata da appena due giorni - ma a me sembra ne siano passati cinque - e ho già collezionato una bella lista di figurette e incontri ravvicinati con personaggi dalla dubbia etica professionale, nonché umana. A volte è davvero dura restare indifferenti davanti a certi atteggiamenti arroganti di chi si sente più furbo di noi ostentando una colossale ignoranza dei più elementari codici di buona educazione. Per me, così attenta, per indole e formazione, all'uso delle parole, assistere a sproloqui da sofista che non hanno alla base alcuna logica concreta, è una vera tortura. Soprattutto poi quando questi voli pindarici, a metà tra Protagora e l'Azzeccagarbugli, sono suggellati da errori di grammatica che manco un bimbo di cinque anni, il mio travaso di bile - corredato da prurito alle mani - è completo. Eccheccavolo.
A parte lo sfogo da maestrina nevrotica - appellativo con cui spesso mi apostrofano scherzosamente in famiglia - stasera, non appena sono tornata a casa, consapevole già che il tappezziere che aspetto da giorni non sarebbe venuto neanche stavolta, ho deciso di inondare la casa del soave profumo del cavolfiore, invogliata da una ricettina che ho letto qualche giorno fa su uno speciale de La Cucina italiana, e che fortunatamente ha dissolto il livore accumulato.
E dunque ve la racconto subito, caso mai vi servisse un piatto terapeutico contro la nevrosi.
PASTA CON CAVOLFIORE E SCORZA D'ARANCIA
Ingredienti per 2 persone:
200 g. di pasta corta
un cavolfiore piccolo
1 spicchio d'aglio
2 filetti d'acciuga sott'olio
100 ml. di panna vegetale (facoltativa)
olio evo
la scorza grattugiata di un'arancia non trattata
sale e pepe q.b.
un pizzico di erba cipollina per rifinire
Procedimento:
Mondate il cavolfiore e cuocetelo in acqua bollente per una ventina di minuti. Poi scolatelo e conservate l'acqua di cottura per cuocervi la pasta.
Nel frattempo in una padella fate rosolare lo spicchio d'aglio intero e i filetti sminuzzati, poi togliete l'aglio e aggiungete il cavolfiore tagliato a pezzettini. Fate insaporire per qualche minuto, poi salate, pepate, aggiungete la panna e la scorza d'arancia grattugiata.
Cuocete la pasta al dente e terminate la cottura in padella, aggiungendo un po' d'acqua di cottura per non fare asciugare troppo.
Al momento di impiattare rifinite con un po' di scorza d'arancia e l'erba cipollina sminuzzata, e servite fumante.
Adoro l'abbinamento cavolo- arancia, lo uso molto spesso anche per i cavoletti di bruxelles, ma con questa pasta cremosa raggiunge veramente l'eccellenza, ve lo assicuro!!
Bon appétit!!!
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